L’inizio del 2021 per Villa Saletta segna l’entrata in commercio della nuova annata dei vini rossi, la 2016, un’annata che non impone potenza, ma sa bene come farsi ascoltare e ricordare.
Nei calici i nuovi arrivati, che si fanno subito amare, risultano estremamente eleganti, sinuosi, meno esplosivi rispetto alla 2015, ma non per questo meno intriganti; anzi.
Quelli ottenuti da uve sangiovese hanno evidenziato tannini ben maturi già dalla vendemmia, dando vita a nettari che al naso inebriano con note floreali.
Quelli da uve internazionali si sono sviluppati diversamente a seconda del vitigno di riferimento: il merlot ha maturato una splendida acidità ed un’ottima freschezza, mentre i cabernet fanno leva su una grande finezza ed una profonda personalità.
Queste caratteristiche lasciano ben pensare sul futuro dei nostri Chianti Superiore Docg, Chiave di Saletta Rosso Toscana Igt, Riccardi Rosso Toscana Igt, Giulia Rosso Toscana Igt e 980 Rosso Toscana Igt: ad attenderli c’è lunga vita ed un’evoluzione affascinante pronta ad appagare palato ed anima.
Con David Landini, amministratore e direttore tecnico, siamo andati a ripercorrere l’andamento della 2016.
“L’annata 2016 si è rivelata un successo. Non è stata sicuramente semplice, ma è riuscita a darci grandi soddisfazioni. Gli assaggi dei nuovi vini credo che siano la dimostrazione concreta di un’ottima collaborazione tra noi e la Natura, che, diciamola tutta, non è sempre semplice da gestire. Ma questo è il gioco a cui noi agricoltori dobbiamo stare; una sfida continua, tosta, in cui non è detto che se ne esca sempre vincitori.
Ma a noi piace così.
Da un punto di vista climatico l’inverno 2015/2016 è risultato piuttosto mite, con temperature al di sopra della media e poco piovoso nella prima parte. Ma la carenza invernale di pioggia non è da considerare siccità in termini agronomici, in quanto la vite è in riposo vegetativo, per cui l’acqua accumulata in autunno, non essendo consumata dalle piante, si conserva per lo più nel suolo in vista della ripresa vegetativa. La piovosità abbondante del periodo febbraio/marzo ha consentito di ripristinare, nella maggioranza dei casi, le riserve idriche dei suoli. Aprile e maggio sono stati caratterizzati da una piovosità ridotta.
Le temperature, superiori alla norma nelle prime due decadi di aprile, si sono bruscamente portate su valori inferiori dal 24 aprile, a seguito di un’irruzione di aria artica.
Il germogliamento della vite, grazie a un inverno caratterizzato da temperature particolarmente miti, ha avuto inizio verso la metà di marzo con 5-10 giorni di anticipo rispetto alla norma. Tutto questo ha determinato un calo nel potenziale produttivo, oltre che un recupero di quell’anticipo vegetativo osservato nei mesi precedenti.
Anche la fase della fioritura è stata accompagnata da numerosi e a volte violenti temporali che hanno accentuato alcuni fenomeni di colatura dei fiori, contribuendo ad un ulteriore alleggerimento del grappolo.
La piovosità nel mese di giugno è stata superiore alla media e le temperature sono risultate inferiori alla norma, specie nei valori massimi.
Questo si è tradotto in un rallentamento del ciclo fisiologico della pianta, in alcune aree, e d in una pressione infettiva fungina particolarmente elevata (peronospora, oidio) che, nel complesso è stata ben antagonizzata con trattamenti mirati e tempestivi . A partire dalla fine del mese di giugno è iniziata finalmente un’estate calda, torrida in alcune aree, caratterizzata però, già dal mese di agosto, da un’escursione termica importante e determinante sulla qualità della vendemmia 2016. Settembre e ottobre hanno condizionato la vendemmia: decorsi nel modo migliore hanno permesso una ottimale maturazione delle uve che hanno potuto beneficiare di importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Grazie anche a questo in cantina si sono evidenziati vini con interessanti corredi aromatici e per quelli rossi, dotati di un quadro acido e polifenolico importante, si prospettano prodotti da lungo invecchiamento. I mesi riguardanti la vendemmia sono stati solo parzialmente benevoli dal punto di vista climatico; settembre è stato costellato da numerose precipitazioni ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha influito sulla qualità delle uve, specie per quelle tardive, la raccolta delle quali è stata vincolata dalle condizioni meteorologiche con ripercussioni sulla fase finale di maturazione.
Quindi, non vi resta che assaggiare la nuova annata, farvi la vostra idea, e se volete farci sapere cosa ne pensate. E ricordate: “Non fidatevi di una persona che non ama il vino” (Karl Marx)”.