Non certo semplice questa vendemmia, ma ce l’abbiamo fatta ed alla fine possiamo dire di essere più che soddisfatti. Il lavoro del vignaiolo, dell’agricoltore in generale, si riconferma negli ultimi tempi uno tra i più complessi e dobbiamo dire che sta riuscendo a mettere davvero a dura prova. Ma ve bene così: siamo in ballo, anzi in campo, e balliamo…o campiamo.

Le uve sono sane, le fermentazioni quasi in dirittura di arrivo ed alla fine ciò che abbiamo portato a casa ci lascia sperare in una bell’annata.

Sempre a proposito di fermentazioni… Anche in occasione di questa vendemmia, nella nostra barriccaia, assistiamo ad una pratica a nostro avviso di grande fascino: quella della fermentazione integrale voluta dal nostro amministratore e direttore tecnico David Landini. La facciamo per i nostri due cru, Giulia e 980AD, il primo cabernet franc e sauvignon, il secondo franc in purezza. È un tipo di fermentazione nata, e particolarmente utilizzata, in Francia nella zona di Bordeaux e consiste nell’effettuare le fermentazioni all’interno di barrique nuove che vengono prima aperte, poi riempite con l’uva vendemmiata e diraspata, sigillate e fatte ruotare, manualmente, 4 volte al giorno per un mese e mezzo. Grazie a questa pratica, che avviene ad una temperatura minore e più omogenea rispetto ai grandi tini, si ottiene una maggiore estrazione di antociani e polifenoli capace di impedire l’ossidazione del prodotto. Nei calici si può godere di vini dai colori brillanti, particolarmente eleganti con profumi di spezie, frutti e fiori rossi. Si tratta di un lavoro impegnativo, anche da un punto di vista economico, ma che dà grandi risultati e siamo fieri di dire di essere tra i pochi in Italia che la utilizzano, ma soprattutto siamo fieri dei risultati che riusciamo ad ottenere ogni anno. Se non l’avete ancora fatto, non vi resta che assaggiare e darci il vostro parere.

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